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Dopo un anno e mezzo di restrizioni, distanziamento sociale e scuola a distanza, quest’ estate OM Italia ha collaborato alla realizzazione di quattro campi per adolescenti. La gioia dei ragazzi nel poter stare di nuovo insieme era contagiosa e commovente.
 

“Ho pensato di annulare la mia iscrizione”

Campista Alessia racconta: “Per me l’UpCamp è stato una benedizione. Dio mi ha colto di sorpresa, ciò che ha fatto in me è stato del tutto inaspettato. Qualche giorno prima della partenza, ho pensato di annullare la mia iscrizione: pensavo che mi sarei sentita fuori luogo. Anche se avevo questi pensieri ho deciso di tornare: mi mancava il campo e le persone, gli amici. Contrariamente a cosa mi aspettavo, mi sono sentita a casa.”


130 campisti

I campi si sono svolti al centro evangelico di Isola del Gran Sasso. In 2 di questi campi i missionari di OM sono stati di supporto agli organizzatori, negli altri 2 (chiamati UpCamp) OM ha avuto anche la responsabilità dell’organizzazione. A motivo delle norme relative al COVID-19, i campi potevano accogliere un numero inferiore di partecipanti, rispetto alle capacità del centro. Nelle 2 settimane di UpCamp, gli adolescenti presenti sono stati 130. I campi sono stati resi possibili grazie alla collaborazione di oltre 20 volontari provenienti da varie parti d’Italia.

I ragazzi avevano proprio bisogno di potersi rivedere, stare insieme, giocare, in altre parole: essere adolescenti (chiaramente seguendo tutte le norme indicate dalla ASL). La loro gioia nel poter stare di nuovo insieme era contagiosa e commovente.

Sofferenza

Nell’ultimo periodo molti pediatri, psicologi, esperti dell’età evolutiva hanno descritto gli effetti negativi che i lockdown hanno avuto sui giovanissimi: aumento di casi di depressione, disturbi alimentari, difficoltà a relazionarsi con i pari.

Durante i campi questi dati, queste statistiche sono diventati visi, lacrime, storie di molti adolescenti che stanno ancora soffrendo e cercando una speranza. Abbiamo visto evidenti gli effetti negativi di questo lungo periodo di distanziamento, a partire dalla difficoltà di seguire le lezioni online.

Bisogno di Dio

In tutto questo abbiamo visto Dio all’opera, i ragazzi sono sembrati più disposti ad ascoltare la voce di Dio: è come se questo lungo periodo di incertezza e sofferenza, abbia fatto capire loro quanto hanno bisogno di certezza, di affidarsi a chi è sopra ogni cosa.

Per la grazia di Dio in queste settimane abbiamo visto diverse conversioni, ragazzi e ragazze che si sono sentiti liberi di confessare i propri peccati, ammettere le proprie dipendenze e cercare forza, rifugio e perdono in Dio.

 Alessia continua: “Contrariamente a cosa mi aspettavo, mi sono sentita a casa, ed andarmene è stata una sofferenza. Quello che è successo è stato magnifico. È passato più di un mese e vedo come Dio ha cambiato la mia vita, il mio modo di affrontarla: ora vivo meglio! I temi trattati durante gli studi, la lode, la possibilità di confrontarmi con più persone nell’arco della giornata mi ha portato ad accettare Dio nella mia vita. Mi ha lasciato tante cose e di questo ringrazio il Signore.”

*Foto di archivio OM

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