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“L’abbonamento annuale in palestra non è stato il mio tentativo più riuscito” racconta Michel (33 anni), ma adesso ha trovato un ambito un cui si presentano opportunità di aiutare le persone e testimoniare di Gesù in modo naturale.

“Se vogliamo che le persone ci chiedano della speranza che è in noi, dobbiamo assicurarci di essere con le persone. Per me è stato naturale pensare alla Pubblica Assistenza.” racconta Michel (33 anni) pastore della Chiesa La Torra a Pisa.

“Durante il primo lockdown ho avuto, come molti altri, il desiderio di poter in qualche modo aiutare persone in difficoltà. Questo mi ha portato a prendere contatto con la Pubblica Assistenza di Pisa, scelta per il semplice fatto che ha tanti tipi di servizi diversi e la loro sede è vicinissima a casa mia. Dopo aver fatto il corso di primo soccorso, verso la fine del 2020 ho iniziato a fare dei turni come volontario nel sociale, e ora tutte le settimane do una mano, principalmente trasportando ragazzi e adulti con delle disabilità a scuola o nei centri specializzati che li accolgono. Inoltre, so che ora potrò dare una mano attraverso una associazione che è accreditata per intervenire in caso di grosse emergenze mediche o naturali.

Partecipare nella missione di Dio

Ma c’è anche un altro motivo che mi ha spinto a contattare l’ANPAS di Pisa. In quanto cristiani siamo resi partecipi della missione di Dio, che consiste nel crearsi un popolo, la Chiesa, che viene strappato dalle fauci di Satana per poter essere in comunione e in pace con lui e per godere del suo incredibile amore.

Il Signore ha voluto che questo messaggio di liberazione incentrato su Cristo Gesù fosse affidato ai credenti che, guidati dallo Spirito Santo, condividono la rivelazione divina con altre persone che ancora non conoscono Dio. Questa è missione e la missione avviene anche, e soprattutto, nei nostri contesti quotidiani, con le persone che conosciamo, con le quali passiamo del tempo, che ci osservano. Pietro, nella sua prima epistola, dopo aver dato una lunga lista di esortazioni su come vivere con le persone che ci sono attorno, afferma "Siate sempre pronti a rendere conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni." (1 Pietro 3:15b). Se vogliamo che le persone ci chiedano della speranza che è in noi, dobbiamo assicurarci di essere con le persone.

Trovare le tue opportunità

Il problema è: con chi condividere questo messaggio? E come fare quando ci si ritrova in un luogo dove non si conoscono tante persone? Sono domande che mi sono posto spesso da quando mi sono trasferito per iniziare a lavorare con OM Italia. Non c’è una risposta che possa soddisfare tutti, ognuno deve considerare il proprio contesto e il modo in cui il Signore lo sta guidando, per me è stato naturale pensare alla Pubblica Assistenza. Però ci sono delle categorie che ci possono aiutare in queste riflessioni.

Per esempio, si possono cercare opportunità di evangelizzazione

  •     dove viviamo (i vicini, per esempio),
  •     dove lavoriamo (colleghi, clienti, etc),
  •     dove ci divertiamo o passiamo il nostro tempo libero (per esempio attraverso lo sport, la musica, o nei parchi),
  •     e dove impariamo (scuole, università, corsi).

Come dicevo prima non c’è un modo che vada bene per tutti. Questo comporta una certa resilienza e tanti tentativi. Per esempio, l’abbonamento annuale in palestra non è stato il mio tentativo più riuscito, mentre tramite un corso sulla produzione di birra ho conosciuto uno dei miei migliori amici non credenti a Pisa. Tante volte, da quando faccio volontariato, il Signore mi ha benedetto dandomi l’opportunità di parlare della mia fede e della chiesa. Il consiglio è di essere intenzionali quando pensiamo a dove viviamo, come viviamo, con chi viviamo, sapendo che Dio ha voluto affidarci il Vangelo, la notizia più bella che uomo possa mai ascoltare!”

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