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Riconoscere lo straordinario

A Natale ci ricordiamo come Gesù è nato in un posto molto improbabile per il Salvatore del Mondo: una stalla. “Le mie esperienze in missione e nella vita mi hanno insegnato a vedere Gesù in situazioni in cui non pensavo potesse essere presente” testimonia anche Alessandro.

Dopo sei mesi sulla LogosHope, la nave di OM, Alessandro giunge alla conclusione: “ho accettato di non voler fare il missionario all’estero.” Ha trovato invece che seguire Gesù fa godere della straordinarietà delle azioni che sembrano ordinarie...

Alessandro, universitario genovese trasferito a Torino per studiare Psicologia, conosce Gesù fin da piccolo: “ Non posso dire di aver avuto un momento catartico della mia vita in cui ho “conosciuto” Gesù con fuochi d’artificio ed epifanie; è un work in progress e la curiosità di conoscerlo mi spinge a ricercarlo. Col tempo ho avuto modo di conoscerlo veramente e di stabilire un rapporto sincero. Per me un rapporto è sincero quando è vero, con i suoi litigi e le sue riconciliazioni, la fiducia altalenante e la voglia di stare insieme nonostante tutto.

OM ha giocato un ruolo importante in questo cammino spirituale. Coinvolto sin dalla tenera età (attraverso la mia famiglia, la partecipazione a campi estivi e un paio di mesi sulla Logos II quando avevo quattro anni) mi ha insegnato a vedere Gesù in situazioni in cui non pensavo potesse essere presente, coinvolgendomi in missioni che mi hanno aperto gli occhi alla realtà umana e spirituale. “Siamo in missione per conto di Dio” citano i Blues Brothers, ed è vero: siamo tutti missionari quando lavoriamo per Dio, sia in una tribù sperduta della Papua Nuova Guinea o in un comune poco conosciuto come Vellezzo Bellini (PV).

È giusto ampliare la propria comfort zone, quindi mi sono imbarcato per sei mesi sulla Logos Hope, visitando diversi paesi del Sud-Est asiatico e dell’Africa. Ma è altrettanto giusto ascoltarsi e accettare le proprie caratteristiche. Dopo sei mesi, che reputo i più stimolanti della mia vita, ho accettato di non voler fare il missionario all’estero.

Ho sempre saputo di voler aiutare le persone a raggiungere i propri obiettivi, così mi sono messo a studiare e a vivere una posizione di supporto nei confronti di chi si impegna per le missioni, attraverso la preghiera, l’organizzazione, la condivisione di idee e, se un giorno Dio vorrà premiarmi con un lavoro, con le mie risorse economiche.

Quando decidi di seguire Cristo ti rendi conto di quanta straordinarietà ci circonda. Non ho mai, per ora, salvato un bambino da una casa in fiamme o sventato una rapina, ma c’ero quando i miei amici avevano bisogno di qualcuno e sapere di averli aiutati mi dona soddisfazione, mi fa sentire straordinario nell’ordinarietà di queste azioni. Dio ha fatto cose grandiose nella mia vita e ha direzionato il mio sguardo su di loro perché le apprezzassi.

I regali che mi ha fatto Dio nella mia vita mi fanno sempre pensare al Natale, la mia festa preferita: certo, è nato Gesù il Salvatore dall’immacolata concezione di Maria, ma Dio si è accertato che arrivassero questi magi con dei doni per il nascituro, in pratica accertandoSi che ci fosse una festa. E quindi festeggiamo! In questo giorno ricordiamo che c’è speranza, vita e felicità nelle nostre vite, tutto questo lo dobbiamo a Dio.

Con un singolo dono, e ancora di più con un piccolo dono mensile, puoi fare la differenza e permetterci di continuare ordinariamente a servire il nostro STRAORDINARIO DIO.  Dona ora.

Questo articolo fa parte della campagna "Da ordinario a straordinario".

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